La sicurezza degli ancoraggi

corrosione1Sono passati ormai almeno 30 anni dalla nascita dell’arrampicata sportiva e le falesie oggi sono molto più frequentate di un tempo; grazie al moltiplicarsi di palestre di arrampicata indoor, negli ultimi anni il numero dei “climbers” è aumentato enormemente. Ma purtroppo non tutti sono correttamente informati e coscienti dei reali rischi legati all’arrampicata sportiva; questo aspetto è sottovalutato da molti arrampicatori, forse più oggi che nei decenni scorsi.

In origine, gli arrampicatori venivano tutti dal mondo dell’alpinismo ed erano abituati a protezioni non troppo solide, ma con il loro miglioramento negli anni, si è creata la convinzione che gli ancoraggi utilizzati fossero infallibili e che l’arrampicata fosse un gioco senza rischi; ma questa concezione, oltre che sbagliata, è anche molto rischiosa, in quanto l’arrampicata è e rimane un’attività potenzialmente pericolosa.

Gli spit, i fix e i fittoni resinati sono sicuramente ancoraggi più sicuri rispetto ai chiodi o alle protezioni che si usano in alpinismo, ma non dobbiamo credere che siano infallibili; inoltre, gli stessi ancoraggi non durano per sempre e subiscono l’usura del tempo e degli agenti atmosferici, e spesso i controlli e le richiodature non sono sufficienti.

Il problema della corrosione

corrosione2Attualmente i materiali più utilizzati nella chiodatura delle falesie sono l’acciaio zincato e l’acciaio inox; entrambi sono materiali resistenti, sia ai carichi sia agli agenti atmosferici, ma mentre l’acciaio zincato in ambienti salini si ossida, l’acciaio inox, grazie alla sua speciale composizione di Nichel e Cromo, è inossidabile. Proprio per questa sua proprietà, l’acciaio inox è il materiale più utilizzato nelle vicinanze del mare; esistono diversi tipi di acciai inox in commercio, in base alle percentuali di Nichel e Cromo (per esempio l’A2, il 304 o il 316), e non hanno tutti la stessa resistenza o le stesse proprietà.

Fino a poco tempo fa, nessuno metteva in discussione gli ancoraggi in acciaio, tanto meno in acciaio inox; negli utlimi anni, però, si sono verificati alcuni incidenti, causati da un cedimento improvviso e imprevisto di fix e fittoni in acciaio inox. L’aspetto più preoccupante è che la forza esercitata sugli ancoraggi per causarne la rottura è stata davvero minima: è stato sufficiente che l’arrampicatore si appendesse perché il fix o il fittone si rompessero. Ancora più preoccupante è il fatto che nessun danno o anomalia era evidente all’esterno; si sono rotti all’interno, indeboliti da microfratture non visibili e soprattutto non prevedibili.

Subito dopo i primi incidenti, vari esperti del settore si sono attivati per capire cosa ha causato questi cedimenti; all’inizio si è pensato a una partita difettosa di acciaio inox, ma l’analisi di altri ancoraggi, anche sulla stessa via, hanno dimostrato che solo alcuni presentavano questo difetto. Dopo mesi di controlli e test, in diversi luoghi, si è arrivati alla conclusione che il problema non dipende tanto da difetti dell’ancoraggio, ma piuttosto dal tipo di materiale in funzione dell’ambiente in cui è collocato.

Quasi tutti gli incidenti sono avvenuti in falesie nelle vicinanze del mare e nella maggioranza dei casi gli ancoraggi erano in acciaio inox, ma di qualità non adatta all’ambiente marino; i produttori, infatti, certificano ogni tipo di acciaio secondo alcune specifiche e ne indicano chiaramente gli ambiti di utilizzo. Per esempio, gli acciai inox A2 e 304 non sono adatti agli ambienti molto salini, caldi e umidi, in quanto si indeboliscono; al contrario, l’acciaio A316L è più indicato in queste circostanze.

corrosione3Alcuni fattori, inoltre, accelerano il processo di corrosione: la presenza di magnesio nella roccia, per esempio, o il fatto che l’ancoraggio sia posto in un punto non esposto all’acqua piovana, in quanto la pioggia contribuisce a tenere pulito l’acciaio dalle sostanze saline che lo corrodono. Non sembra invece che ci sia differenza tra tipi di ancoraggio; si sono infatti verificate rotture sia di fix, sia di fittoni resinati.

Il problema è molto serio, soprattutto perché la stragrande maggioranza delle falesie in ambienti marini sono attrezzate con materiali non conformi a quel tipo di ambiente e, di conseguenza, ogni ancoraggio in queste falesie è potenzialmente a rischio rottura. Inoltre, è impossibile riconoscere un fix o un fittone diffettoso dall’esterno e questo rende la tenuta imprevedibile. E' evidente che, per evitare altri incidenti o la chiusura di intere falesie, l’unica soluzione possibile sarebbe la richiodatura completa di tutte le falesie a rischio; questo però richiede un lavoro enorme, sia in termini pratici che enonomici, inaffrontabile da parte dei soli privati, senza l’aiuto di Enti locali o del CAI.

corrosione7E' quindi assolutamente fondamentale che gli arrampicatori si responsabilizzino e non diano per scontata la tenuta degli ancoraggi in acciaio inox; questo significa che, nei monotiri come nelle vie, bisogna assolutamente evitare di rimanere assicurati ad un unico ancoraggio. Per esempio, le soste per la progressione o per la calata devono essere sempre su almeno due punti; anche in caso di soste alla francese (due fittoni non collegati da catena), l’autoassicurazione per la manovra deve essere fatta sempre su entrambi i punti, mai su uno solo.